di Sara Maria Morganti

 

Insomma alla fine gli amici del blog non mi hanno insultata. Anzi, mi hanno detto che a loro la recensione non era dispiaciuta e che se ne avevo un’altra pronta potevo anche mandargliela. Figuriamoci, un’altra recensione, già pronta poi. Proprio no.

Poi però dentro di me mi son detta: bella questa storia che faccio le recensioni come mi pare e gli amici mi danno uno spazio per condividerle, bella questa storia. Tanto che un po’ mi è venuta voglia di provare a scriverne un’altra, di recensione.

E allora eccomi qui, con il libro perfetto tra le mani, appena finito tutto d’un fiato, così che ancora non ho dimenticato niente. Grande, bianco, con una faccia tratteggiata in copertina, che ha un punto interrogativo mimetizzato fra la barba ed è senza la bocca, forse perché nascosta dal microfono, chi lo sa. E il titolo scritto a mano: Momenti straordinari con applausi finti. Io pensavo che quella faccia era proprio quella di Gipi, ma poi ho letto il libro e ho scoperto che invece era quella di Silvano Landi, che però io sospetto assomigli molto a Gipi. Silvano è il protagonista di questa storia illustrata, ma forse sarebbe più giusto dire che il protagonista è l’interno del suo cervello, pieno di cosmonauti, soldati, uomini primitivi, bambini luminosi, ma anche nero, fango, pornografia e mamme morenti.

Io personalmente penso che ogni tavola di questo albo a fumetti sia un viaggio, ma che dico ogni tavola, ogni frame. Ho studiato un po’ prima di scrivere questa recensione, spero che le parole siano giuste. Ma insomma, quello che intendo dire è che ogni colore di ogni disegno sembra il primo colore mai visto nella vita. Roba che tu guardi il naso dell’uomo primitivo e dici “boh, io non lo so se l’ho mai visto un rosso così”, oppure guardi l’acqua e dici “eccolo! il brodo primordiale!” E questa cosa un po’ ti commuove per forza, perché è troppo bella da vedere. E oltre a questo c’è la storia, che è come quelle storie che piacciono tanto a me, dove non succede nulla. Silvano deve fare le sue serate tipo stand-up comedy ma se le dimentica perché pensa sempre alla madre che sta morendo e al fatto che non è abbastanza dispiaciuto per questo, anche se io credo che sia proprio il contrario. Anzi, ne sono sicura, perché io il dolore di Silvano l’ho sentito fortissimo, per esempio a pagina 83, in basso a sinistra. Lì c’è un piccolo riquadro dov’è disegnata la madre al mare, sotto l’ombrellone. I lineamenti non ci sono, ma si vedono bene i capelli corti, gli occhiali da sole, e il pezzo sopra del costume. E tutti i colori sono perfetti, come quelli di un ricordo marino un po’ sbiadito. Poi ci sono tre piccoli riquadri, con scritte dentro queste parole: nel primo “SCOPRIRTI”; nel secondo “ANCHE ALL’OMBRA DELL’OMBRA”; nel terzo “ANCHE NEL GIALLO”.

Poi se uno lo legge tutto il fumetto questo riquadro diventa più comprensibile di così, ve lo assicuro, ma a me mi ha colpito così tanto che ve lo volevo descrivere da solo. Penso che ci sia molta perfezione lì dentro.

Io devo confessare che Gipi lo conoscevo già, perché avevo letto anche LMVDM e La terra dei figli, e anche se non mi ricordo bene cosa succedeva, mi ricordo che mi erano piaciuti parecchio. Quindi forse sono partita che ero già felice di leggere l’ultimo fumetto di Gipi, ma sono convinta che anche se non avessi mai sentito parlare di lui prima in vita mia né dopo mai più, questo fumetto mi avrebbe comunque lasciata con le lacrime negli occhi come infatti ha fatto.

Dunque qui finisco, e ringrazio Gipi e Rita che me lo ha prestato.